martedì 20 agosto 2013

Formato Digitale, Formato Fisico, Senza Formato



E disse l'artista: "Ho fatto diverse canzoni, ho realizzato ormai un album in studio, sono pronto per pubblicarlo... Ci provo!". E siccome siamo nel 2013 all'artista gli arriva come una mannaia in testa questo dubbio: "Sì, ma in che formato lo presento al pubblico? In digitale usando il classico mp3? In forma fisica tipo CD? In veste antica tipo vinile? Magari per essere originale lo pubblico solo in musicassetta!!!". 
...E così l'artista si scervella sul modo più figo per autoprodursi e investire sul lancio del suo sudatissimo album... 

Oggi chi scrive e produce le sue canzoni da solo almeno una vlota nella sua carriera "indie" ha dovuto combattere contro il drago del "digital streaming", spesso uscendone sconfitti e moribondi sotto allo schiacciante peso delle major a cui appartiene certamente anche l'industria musicale digitale.

Quanti social networks musicali ci sono e quanti ne nascono in brevissimo tempo? L'artista si iscrive a tutti i social possibili e carica mezza discografia online...
Sempre per mezzo di internet è possibile con un semplice click oridnare uno stock di 50, 100, 200 CD stampati del tuo magnifico album con jewel case sperando di venderli alla fine del tuo concerto...
L'artista può fare di tutto: può autoprodursi e autopubblicizzarsi esattamente come i suoi beniamini i quali però sono gli unici assieme alle major a guadagnarci per benino...

Conclusione: con la musica l'indie non guadagna.

Lo sforzo di far bene ogni cosa (dall'arrangiamento alla linea vocale, dalla metrica agli stacchi giusti, dall'impianto fonico al missaggio finale, dal supporto di amici reali alla pagina facebook, dalla promozione offline con i live alla promozione online per la nicchia musicale) sembra solo il pesantissimo lavoro di un manager riconosciuto solo nel 10% dei casi (se va bene) o spesso non riconosciuto affatto dalle orde affamate del "Sauron musicale": le folle futuristiche dei fans ormai sono rapide nell'ascolto, velocissime nel cambiare genere o gruppo e vere saette nel prediligere chi viene centuplicato dalle frequenze di ogni radio...

L'artista insegue un mondo che corre a velocità-luce...

Io stesso ho sempre usato i rigorosi formati inventati dal web (i video, gli mp3, i free download, lo streaming gratuito dei brani, il sito personale, i social, i vecchi e cari banner degli albori, i servizi di stampa CD, le molteplici piattaforme online che offrono la mitica "visibilità") ma spesso mi è venuta solo la voglia di tornare indietro nei tempi in cui registravo cassette e basta, oppure nei giorni dell'enorme aspetto del vinile tra le mani e il giradischi pronto a consumarlo...
Sì, ho iniziato così ad amare la musica. E molti come me sono nati con il giradischi...

E così.l'artista diventa nostalgico cronico e vorrebbe essere nato trent'anni prima...

Non scrivo questo post per avvilire ulteriormente i cantanti o le band emergenti, ma per esprimere un pensiero liberatorio in mezzo a tante angherie del mercato musicale: io penso che in mezzo a tutti questi formati in cui si devono incasellare le facce e le sonorità degli artisti sia molto meglio scegliere di "estrapolarsi dal consueto" vivendo senza alcun formato. Se ci pensi bene ogni creazione istintiva e selvaggia trova la sua grandissima restrizione in tutte le logiche del mercato mediatico, sia esso televisivo o progettato sul web. Fra l'altro vorremmo sempre il massimo dell'ascoltabilità da un singolo mp3 quando poi sappiamo bene che è un formato audio insufficiente per potenziare le nostre creazioni geniali dentro le orecchie di chi ascolta...

C'è pur da dire che l'artista ama presentare i suoi pezzi e ha visto che il web rende tutto più veloce, senza stare a mandare mille demo a mille produttori...

Se stiamo a contare i frutti della velocità sono ovviamente sempre pochi per i perfetti sconosciuti e per questo motivo che una buona fetta di essi rinuncia alla fama, non scrive più un cavolo e manda affanc... tutti i sogni da rockstar. Sbagliato. La passione nel sangue per la musica che abbiamo come innato talento non dovrebbe mai morire di fronte a questa schiacciante massa di arrivisti e di palloni gonfiati che ti urlano "Non c'è posto per te". Credo che l'amore messo in una singola canzone costata tanto sacrificio non debba mai specchiarsi nell'immediato e spietato mondo del successo, perchè anche centinaia di artisti oggi famosi hanno passato una gavetta da sconosciuti lunga decenni...

E se proprio la fama non vuole arrivare, resta all'artista solo la "fame"!

Sì, resta anche nel senso che non mangerà mai solo con la musica, ma anche "fame" intesa come incontenibile voglia di fare musica e basta, scrivere poesie e basta, suonare come pazzi e basta e quindi al diavolo gli stereotipi perchè comunque dentro mi pulsa la pura passione...

Io oggi voglio pensare a comporre e me ne sbatto dei condizionamenti pubblicitari. Sì, pubblico la mia roba perfino in questo labirinto di formati ma alla fine ciò che mi rende orgoglioso è aver partorito il mio ponte infinito dove passano le emozioni... 

L'artista è un vero Artista se pensa "Senza Formato".








mercoledì 15 maggio 2013

Pezzi Di Carta Che Diventano Canzoni





Nella vita ho conosciuto un mare di amici. Tra questi molti mi hanno chiesto tanti anni fa un aiuto per comporre una canzone... Non la parte strumentale, ma soltanto le parole, ovvero (per chiamarli in modo tecnico) i TESTI.

I testi delle canzoni sono una parte difficile, spesso molto più difficile di una bella strofa solo strumentale composta li per lì che magari dura due/tre minuti... Il meccanismo mentale di chi è entusiasta di una propria composizione musicale (seppur breve) arriva sempre ad un "blocco" misterioso tipo: "E adesso che parole ci scrivo su sta musica???". Forse passano settimane e ancora non ci viene in mente una sola parola. Scrivo questo post appunto per aiutare chi si trovasse in difficoltà nella stesura dei testi delle canzoni.

Hai visto la foto che ho messo per questo articolo? "Sogni galoppanti in una cavalcata rock" è una frase scritta di mio pugno con la matita di Paint del mio PC e non riguarda nessuna mia canzone e nessun mio disco. L'ho scritta di getto, pensando un po' all'argomento di questo post e un po' anche al libero "cavalcare" dei nostri sogni espressi nella musica rock. "Galoppanti.... Cavalcata"... Mi dà l'idea di sesso, di passione, di frenesia elettrica, di eccitazione sonora, di cazzuta voglia di urlare ciò che penso.

Ma in fondo è solo una frase e una frase da sola può dare ancora più libera interpretazione soggettiva di quanto non faccia un intero testo di canzone con due/tre strofe e un ritornello.

Quello che forse ci preoccupa e ci impegna ogni volta è il come scrivere un'intera canzone sparsa per tre o quattro minuti di base strumentale. Infatti, la maggior parte di quegli amici che mi chiesero aiuto tanti anni fa per scrivere un testo avevano già realizzato per conto loro una base musicale. Non sto qui a fare una lezione sulla metrica e sulla cadenza delle frasi di una strofa per far entrare il testo dentro il ritmo di una canzone: per quello ci sono altri blogs. L'ostacolo dispettoso per i musicisti si trova nel trovare il "punto di perfetto equilibrio" tra il testo scritto e la musica.

Qui ho elencato una serie di "enigmi" che molti compositori conosceranno moooolto bene:
- Che titolo dò alla mia canzone?
- Su che tema voglio incentrare la canzone?
- Che genere di parole voglio metterci per lanciare un messaggio chiaro?
- Con quale parola inizio o finisco la canzone?
- Quale genere di testo voglio usare? (molto poetico, senza rime, parlato,sognante, concreto, ironico, volgare, romantico, senza alcun senso, con richiami storici, cantautoriale, corale a più voci/teatrale, alternativo).

Ritorna lo stile "alternativo" come una mannaia in questo blog anche per quanto riguarda la stesura dei testi.
Io direi che si può dire un testo "alternativo" ogni volta che nella nostra testa quelle precise parole sono una netta alternativa a roba già ascoltata, ma spesso si tratta di canzoni che fondono il puro fraseggiare poetico con la musica rock.

Ogni genere di testo si può sempre mescolare con tutti gli altri: se voglio scrivere una canzone alla Guccini posso fare un testo cantautoriale nella prima parte della canzone e poi a seguire un testo ideato per due o tre voci insieme. Oppure posso far sfogare la parte strumentale interamente all'inizio della canzone e poi lasciare la strofa cantata (sei/sette frasi) come un'"isola" nel mezzo del brano. Queste qui possono essere idee per un testo alternativo di una canzone.

Il progressive rock, l'alternative rock o il poetic rock sono generi pieni zeppi di questi mix testuali che si armonizzano perfettamente con la base musicale. Ma come hanno fatto quei musicisti alternativi a scrivere testi aventi la stessa espressione del suono ascoltato? Sono geni o sono professionisti?

Tutti sanno che i gruppi diventano famosi per quel preciso "insieme magico di parole" combinato con un pezzo fantastico. Se quello che hai ascoltato lo vuoi riascoltare allora come per magia ti resterà bene impresso nella mente tutto quanto in pochi istanti: il nome del gruppo, il titolo della canzone, l'espressività dei testi, il loro stile sonoro. Personalmente penso che conta molto di più essere "geni" anzichè professionisti di composizione o di arrangiamenti. Tutti i poeti che si sono dedicati al rock assieme ad una band hanno scritto indubbiamente dei testi che hanno fatto innamorare frotte di fans.

A questo punto come si diventa "geni" dei testi?

Credo che non sia tanto un semplice schemino di domande (come quello che ho descritto sopra) a rendere una canzone immortale. La risposta si trova semplicemente nello stile "handmade": sto parlando di una canzone scritta "a mano", fatta-a-mano (handmade, appunto) senza alcun ausilio della tastiera del PC. Sto parlando di block-notes primitivi, penne nello zaino e il proprio cervello.

Chi è abituato a scrivere tanto fin da piccolo ha sempre scritto migliaia di fogli di carta di cui tanti sono conservati e tanti vanno cestinati. La passione per lo scrivere è legata al sognare e il sognare è legato alla musica. Ti parlo di me, per esempio, che dall'età di 13/14 anni ho iniziato a collezionare un'infinità di fogli scritti a mano contenenti solo le mie canzoni. Posso ritenermi fortunato che ancora oggi ho conservato tutto quanto in un enorme raccoglitore (più una seconda agenda per le canzoni degli ultimi tre anni)...
Molte di quelle canzoni sono rimaste ancora poesie mai messe in musica e molte altre sono state felicemente registrate e pubblicate come tracks di qualche album. Ciò che però alla fine davvero m'importava era l'aver scritto sul mio banale foglio a quadretti un qualcosa che resta, come un ammasso di idee che stanno sempre lì in quel solito raccoglitore di fogli. E' ovvio che non proprio sempre ho scritto di getto ma al 90% le parole dei miei testi sono puro frutto di improvvisazione interiore.

Se anche tu scrivi tantissimo e ti piace la musica rock sicuramente ahi conservato anche tu molti testi di canzoni più o meno complete, più o meno poetiche, più o meno forse da rivalutare perchè già cadute nell'eterno dimenticatoio della vita.

Se invece hai sempre avuto enormi difficoltà a fare il paroliere per una canzone, lasciami qui sotto un tuo commentino e discutiamone "all-together-now"!!!

Grazie.






martedì 30 aprile 2013

Il Rock Poetico




Yeah!
E dopo aver scritto il mio posticino (cioè posticino=piccolo post) sull' Alternative Rock e l'andamento verso l'acustico, ti propino oggi la materia che mi appassiona di più: il Rock Poetico.

Come mai ho messo la statua di una donna seduta come immagine per rappresentare il Rock Poetico? Te lo spiego: il rock'n'roll è come una bella donnetta tutte-tette e belle cosce calde che ti aspetta per farsi ingroppare. Ti eccita il pensiero? Certo! Ecco, allo stesso modo fa il rock con te: ti corteggia, ti butta davanti i suoi riff, ti scaglia i suoi assoli di batteria,ti pompa con il basso e ti fa maturare con l'ascolto attento dei testi...

Se quella canzone rock che stai ascoltando ti sta dando mille emozioni insieme e passione allo stato puro, allora hai raggiunto l'orgasmo della poesia rock.

Faccio il punto della situazione: oggi trovi mille links,mille notizie e mille gruppi (italiani e stranieri) che si professano "poeti del rock". Alcuni sono poeti per davvero (perchè senti le mille emozioni) ed altri usano questo nome ma in realtà non sanno neanche cosa vuol dire "poesia".

Sì, ragazzi: è normale che se io guardo un video su youtube che dice "poeta rock" o "rockpoesia" o "poetic rock" e invece mi accorgo che è solo un'altra canzone pop mi viene un po' di amarezza, perchè mi chiedo che senso ha (come in mille altri generi musicali) professarsi poeta a sfondo rock quando poi sei sempre il solito grandissimo talento pop ad X-Factor!

Ascolta l'unione di queste due parole fantastiche.... Rock....... Poetico......
Ti viene un'idea di cosa sia? Inizi a pensare a Jim Morrison? Fai bene. E' già un ottimo inizio.
I Doors e molti altri gruppi prima e dopo nel sognante decennio 60-70 hanno creato la formula e inciso dischi con parti piene di poesia (cantata o parlata) su un sottofondo alquanto volutamente più "moderno" con le elettriche, gli hammond o le percussioni tipiche del blues/rock'n'roll.

E' accaduto che in quegli anni America e Inghilterra conobbero la poesia "messa dentro" alla musica rock e presto essa diventò l'unico cavallo di batttaglia per quella generazione pacifista contro ogni sistema precostituito. Roba passata.... Ma quella roba ha lasciato evidenti strascichi musicali che a loro volta si sono evoluti di pari passo con i gusti musicali a seguire.

Oggi puoi vedere a tratti barlumi di poesia anche in una semplice canzone stracommerciale (perchè no?) ma l'autentico cuore del poeta maledetto che cerca la manifestazione esplicita della sua piena arte lo trovi in ogni caso nelle calde camere del puro rock.

Uscendo per un attimo dagli obsoleti parametri commerciali delle major discografiche, ho sentito in giro molta poesia nel rock emergente, quel rock indipendente che pervade il mondo intero e non solo l'America. Una poesia che prende la forma del rock, il rock che viceversa prende la forma delle poesia... La migliore esternazione di questi concetti musicali la trovi solo nei gruppi che suonano per l'amore alla musica e per niente altro. E ovviamente questi gruppi spesso sono semisconosciuti.

Il Rock Poetico non imita gli stereotipi della solita combinazione strofa-ritornello-strofa-ritornello-assolo-ritornello, una chiave tipica del commercial rock o comunque della musica offerta dalle grandi radio: no, questo tipo di rock non vuole avere la valenza di una canzone in vetta alle classifiche, piuttosto vuole lanciare un messaggio indecifrabile, enigmatico, con mille sfumature improvvisate, abbandonato quindi alla creazione libera, all'inventiva dell'incoscio, alla celebrazione del "flusso di coscienza". Una canzone di rock poetico potrebbe contenere solo mezza frase cantata con venti lunghi minuti strumentali, oppure potrebbe essere suddivisa in più parti mantenendo di fondo il "concept" delle varie tematiche oppure ancora potrebbe non essere niente di sinfonico e soltanto mezzo minuto di urli e distorsioni.

Beh, descritto così è proprio un bel rock anarchico, spesso contestato dai virtuosi del conservatorio o dai velocissimi mitologici chitarristi dediti solo alla tecnica... Io direi che anche la tecnica è arte ma qui siamo su un piano diverso dove i gusti musicali diventano necessariamente anche uno sforzo intellettivo: ti sforzi infatti di entrare nel piacere di ascoltare bene le parole della canzone oltre alle varie progressioni sonore che accompagnano costantemente il flusso poetico. Lo sforzo è semplicemente quello di lasciare da parte gli standard contemporanei e fissarsi unicamente su testi e musica, come per ingrandire un tuo ricordo o come per seguire passo passo un breve "film" di emozioni scaturite da quel brano poetico.

Spesso anch'io mi ritrovo con il foglio di carta in mano e, nello stendere il testo di un nuovo pezzo, mi chiedo: "Ma che sensazione vorrei dare a chi ascolta questa cosa?". 
E' chiaro che un singolo pezzo ascoltato da più persone crea commenti e impressioni diverse, ma a me basta anche il semplice commento: "E' strano...".

Il bello della poesia nel rock sta proprio nel fatto che ogni cosa è strana, la musica viaggia incontenibile in un mare di idee e sensazioni che per altro rispecchiano lo stato d'animo di molta gente che hai sentito parlare o che hai conosciuto faccia a faccia; quelli che scrivono i veri testi poetici nel rock sono quasi sempre degli "interpreti" geniali del disgusto e dello schifo in varie epoche al modo dei pittori che ridisegnano le impressioni della realtà secondo il loro estro "sensitivo". 

Se prendi come esempio un gruppo qualsiasi che si rinchiude in sala prove e si mette ad improvvisare senza nessuna partitura imparata in precedenza, noti come spesso escono capolavori eccelsi ai quali non serve che ritoccare qualche piccola parte e poi magari risuonarli altre volte per ricordare la base ritmica o gli stacchi fondamentali della traccia.

Mi sono accorto solo ultimamente di quanti gruppi (davvero tanti) hanno iniziato ad adottare l'improvvisazione per creare i loro album alternativi, differenti, poetici.
Da parte mia vorrei davvero contribuire alla diffusione di contenuti validi inerenti al Rock Poetico, sempre se di "contenuti" si può parlare: troppe volte non bastano solo un mp3 audio o un articolo sul web per arrivare ad abbracciare la poesia rock contemporanea nella sua interezza. Al momento mi accontento di una piccola pagina su Facebook creata dal sottoscritto e intitolata proprio "Rock Poetico" nella quale, se vuoi, sarei felice se partecipassi anche tu, ma non ti sto chiedendo solo il MiPiace. Sarebbe molto più creativo se interagissi nella pagina con i tuoi link o i tuoi commenti, aggiungendo bellezza condivisa alla musica rock.

Qui sotto c'è il link alla pagina Rock Poetico. Grazie!

P.S.: Se ti interessa il panorama dei gruppi rock emergenti italiani dai un'occhiata qui:

















mercoledì 24 aprile 2013

L' Alternative Rock




Beh oddio... Parlare dell'Alternative Rock proprio adesso che forse sono già stati scritti duemila posts, libri e recensioni dal secolo scorso ad oggi ti può sembrare molto ripetitivo e noioso da morire...
Però.... Vorrei solo porre l'attenzione su un solo punto riguardo questo genere di rock del quale si può parlare in tanti (troppi?) modi diversi: il punto in questione è            l' "andamento" verso l'acustico.

Sì, ti piace il suono di questa parola (alternativo) e quindi cerchi di esserlo davvero se oggi fai musica e non conta se da dilettante o da professionista. Certo, ami essere speciale, ci devi riuscire e devi essere diverso da tutti gli altri musicisti e allora subentra nel tuo cranio il "must" di dover scrivere/comporre una canzone veramente alternativa.

Oggigiorno molti gruppi hanno deposto le chitarre elettriche e i synth in cantina perchè si sono inoltrati sempre di più nell' Acoustic Rock, dimostrando al loro pubblico che si può conservare appieno la filosofia originale del rock senza a tutti costi dover usare distorsioni, pedaliere o intere batterie (infatti spesso un bongo, un cembalo o le maracas sostituiscono le classiche percussioni rock).

Questo andamento verso l'acustico ha preso man mano sempre più piede tra i gruppi musicali dell'attuale scena del rock indipendente italiano (e straniero) e credo anche di capirne anche il motivo: gli anni a cavallo tra il novanta e il duemila hanno conosciuto ormai tutto l'universo possibile di suoni, effetti e distorsioni varie delle chitarrone elettriche attaccate ad un amp. L'evoluzione naturale del rock è arrivata ad un punto tale che si stava "rigenerando" ciclicamente con il risultato di dare ai fans dei pezzi che ricordavano cose già sentite e risentite...

E poi, se guardi oggi tanti video su youtube oppure ascolti tante canzoni sulle Fan Page dei gruppi musicali, ti accorgi palesemente di un cambiamento graduale di rotta: si tratta o di canzoni rock/metal in stile elettrico rivisitate in acustico o di nuove canzoni inedite dove predominano gli strumenti "casarecci" come la dodici corde, il bongo, il flauto, il contrabbasso o il violino (ecco perchè come immagine di questo post ho messo un violinista sul palco).

L'idea dell'alternativo inteso come semplicemente e puramente acustico nacque con i vari unplugged di gruppi famosi che sono passati con disinvoltura dal grunge (vedi: Nirvana) o dal rock metal (vedi: Alice In Chains) al più intimistico e vitale suono "senza jack".

Dall'unplugged, considerato ormai da molti una tappa quasi obbligatoria per i gruppi rock, è sbocciato come una farfalla il gusto genuino di questo andamento acustico nel focolaio di nuovi gruppi emergenti che suonano soltanto acustico, cioè come per dire: "va bene il rock, il grunge e il progressive ma non dateci elettriche". Ho notato infine che il tutto acustico nell'universo rock (che era per natura elettrico) ha avuto un impatto positivissimo tra i fans, i quali si sono goduti e si godono anche adesso straordinarie musiche al naturale suonate sul rame o sul nylon delle chitarre acustiche/classiche e abbellite con altri strumenti "da camera".

Del fatto di dedicarsi all'acustico ci avevo pensato anch'io in quanto compositore: sì fino ad oggi ho autoprodotto tantissimi album di rock per la maggior parte in versione elettrica ma non ho di certo ignorato la scena musicale indipendente attorno a me: molti gruppi che ho ascoltato in questi ultimi anni stavano andando verso altre direzioni, differenti dal classic rock. Alcuni artisti hanno ritrovato la psichedelia o il progressive anni 70 ma ciò che più interessava era proprio l'abbandono di quei generi già strasuonati per forgiare una musica nuova del tipo acoustic/alternative.

Quindi,come dicevo, avendo io stesso analizzato la scena musicale attuale, mi ero riproposto di seguire la scia e di ritornare anch'io unplugged come tanti tanti anni fa, quando iniziai a suonare la chitarra acustica registrando tutto solo voce/chitarra. Ma questo è un mio esperimento ancora incompiuto, a parte qualche pezzettino acustico live che ho messo su youtube.

Cosa dire allora dell'Alternative Rock contemporaneo? E' tutto solo e soltanto acustico? L'acustica ha forse completamente sostituito la musica di tipo alternativo fatta con i synth o mischiata con altri generi o magari fusa con semi-covers personalizzate?

E' chiaramente complicato ridefinire e capire fino in fondo l'Alternative. Forse perchè significa troppe cose insieme e anche perchè sovente ascoltiamo tanti "papponi" di suoni ideati solo per essere presentati alternativi a tutto il resto.

Sti cazzi...

Intanto, in attesa di un tuo commentino sull'argomento, ti lascio a questo video lasciando finalmente spazio al suono e mettendo da parte le opinioni.

giovedì 18 aprile 2013

Verso La Distrazione...

IL MIO NUOVO ALBUM
RACCONTATO IN BREVE PER INAUGURARE QUESTO NUOVO BLOG.
"VERSO LA DISTRAZIONE" (Claudio Papitto - 2013)
12 CANZONI NELLO SPIRITO DELL' ALTERNATIVE ROCK 
INDIPENDENTE












Ciao. Grazie se mi stai leggendo! Inauguro questo mio nuovo blog presentando la mia musica, in particolare il mio ultimo album "Verso La Distrazione", il cinquantasettesimo fra tutti gli albums che ho realizzato.
In quest'ultimo anno mi sono dedicato maggiormente ad un genere musicale stile 70's mescolato con un sano hard rock dal tocco più moderno (a volte potresti sentire una batteria sintetizzata o tastiere elaborate con il PC), inserendo come elemento chiave l'anarchico "girovagare" dei testi sempre senza un fisso ritornello.

A parte il fatto che, vocalmente, l'album è al 50% improvvisato e quindi senza lyrics ufficiali, la parte strumentale è invece studiata a perfezione dagli amici che mi hanno aiutato ad arrangiare l'intero progetto: Pietro Vicenti (chitarre, basso), Simone Miani (basso, synth, tastiere, loops, effects) e Michele Santolivo (batteria, percussioni, fiati) sono i nomi dei bravissimi musicisti "indie" che si sono prodigati nella composizione e la struttura di tutti e 12 i pezzi.

Nell'album si alternano canzoni di progressive rock con pezzi più meditativi fatti con sole chitarre acustiche o al limite con il pianoforte; due di queste track più lente ("Dolce Precipizio" e "Soffice Identità") sono completamente strumentali.

Il tutto inizia con "A - Verso La Distrazione" (una sorta di trilogia che continua con "B - Imbuto di Distrazione" e "C - Le Ciglia Della Distrazione"), un inno alla ricerca distratta di vie di fuga, un intro provocante dedicata a chi di solito nella vita è preciso come un orologio ma in realtà si consuma dall'interno e vorrebbe essere altrove.

Le successive due lunghe canzoni di questa trilogia riprendono sempre il tema della distrazione, limbo in cui sono presenti ricordi passati e incoscienza premeditata di dimenticarli in blocco.
Non mancano (nella chiusura della trilogia) parti autobiografiche della mia vita seminate qua e là nella struttura poetica della folle linea vocale.

Molto romantiche sono "Gloriosi Tulipani" e "Mi Guardi", dedicati alla mia donna sia come mia compagna  che come madre di nostra figlia (a quest'ultima una dedica esclusiva: "Arianna E' Una Stella"), e di contro ascolterai pezzi incazzati e pieni di delusione in "Pensiero Bruciato" e "Stessi Attori Ma Spiriti Diversi": la prima è dedicata alla favoletta dell'amore eterno e la seconda riguarda la triste storia di un mio vecchio amico d'adolescenza costretto alla sedia a rotelle.

Ho fatto questo album con il proposito di lasciare un lungo velo enigmatico sul senso recondito delle singole canzoni in modo che, ascoltandole una per una, possano nel loro sottile intreccio formare un puzzle di sentimenti, ricordi, frammenti poetici e flussi altalenante di follia.

Il fattore che rende "Verso La Distrazione" un album di alternative rock italiano è sicuramente la varietà di suoni utilizzati nelle varie tracks che risultano sempre troppo diverse l'una dall'altra pur formando nel loro insieme un libero progetto poetico di rock ed emozioni.

Per presentare il suddetto progetto poetico nel migliore dei modi ti propongo subito l'ascolto della track che apre le danze: "A - Verso La Distrazione", disponibile in streaming gratuito da qui: http://www.reverbnation.com/claudiopapitto/song/17005344-a-verso-la-distrazione

... Sì, poi ovviamente regalerò qualche copia fisica del CD agli amici più stretti!